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INCUBUS
IF NOT NOW, WHEN?
IF NOT NOW, WHEN?
Bocciare in partenza questo nuovo album degli Incubus solo per una più marcata presenza di influenze pop rispetto al passato sarebbe decisamente sbagliato e soprattutto poco rispettoso nei confronti di una delle formazioni più significative del panorama alternative rock internazionale.
Lo si dice già da un paio di anni ma questa volta è proprio arrivato il momento di dare l’addio definitivo alla band autrice di autentici capolavori discografici che rispondono ai nomi di “S.C.I.E.N.C.E.” e “Make Yourself”, e mettersi dunque il cuore in pace accettandone il nuovo corso musicale iniziato con il precedente “Light Grenades”.
“If Not Now When?”, settimo lavoro sulla lunga distanza del sestetto di Calabasas , è un disco che si discosta nettamente dai suoi predecessori ed abbraccia, come già prima anticipato, sonorità molto più accessibili, senza soffocare troppo quella vena sperimentale che è ormai intrinseca nel DNA di questi talentuosi musicisti.
Abbiamo a che fare con 11 canzoni di pregevole fattura, costruite su melodie orecchiabili ma non per questo motivo banali, che sapranno conquistarvi anche grazie alla sempre impeccabile performance del cantante Brandon Boyd, la cui splendida voce si è trasformata negli anni in un vero e proprio strumento capace di assumere diverse sfumature, ormai vero fulcro della musica del gruppo.
Ritroviamo il solito Dj Kilmore a curare le atmosfere di sottofondo, il neo-papà Josè Pasillas a dettare i tempi con l’aiuto del bassista Ben Kenney, mentre il chitarrista Mike Enziger si limita qua a dirigere un’orchestra nella quale sembra esserci (purtroppo) non più molto spazio per i suoi preziosi virtuosismi, per le sue divagazioni in territori psichedelici che riecheggiano solamente in rari episodi (come nella jam finale di “In The Company Of Wolves”, uno dei brani più originali dell’album).
Se canzoni come “Promises, Promises” o “The Original” ci svelano il lato più romantico e raffinato della band, i momenti più energici sono ridotti alla frizzante “Switchblade”, al primo singolo “Adolescents” (forse l’unico ponte di collegamento con le vecchie produzioni) ed alla riuscitissima “Isadore”, anche se nel complesso si riscontra una certa compattezza e coesione tra le varie tracce che di certo non può che giovare al risultato finale.
In definitiva “If Not Now When?” è un disco con il quale gli Incubus ci danno ulteriore conferma del proprio valore, ci mostrano come non abbiano alcuna paura nello spingersi oltre i confini del proprio stile originale, muovendo un passo decisivo verso un nuovo sound che forse non piacerà agli ascoltatori più nostalgici ma la cui qualità non può per alcun motivo esser messa in discussione.
Lo si dice già da un paio di anni ma questa volta è proprio arrivato il momento di dare l’addio definitivo alla band autrice di autentici capolavori discografici che rispondono ai nomi di “S.C.I.E.N.C.E.” e “Make Yourself”, e mettersi dunque il cuore in pace accettandone il nuovo corso musicale iniziato con il precedente “Light Grenades”.
“If Not Now When?”, settimo lavoro sulla lunga distanza del sestetto di Calabasas , è un disco che si discosta nettamente dai suoi predecessori ed abbraccia, come già prima anticipato, sonorità molto più accessibili, senza soffocare troppo quella vena sperimentale che è ormai intrinseca nel DNA di questi talentuosi musicisti.
Abbiamo a che fare con 11 canzoni di pregevole fattura, costruite su melodie orecchiabili ma non per questo motivo banali, che sapranno conquistarvi anche grazie alla sempre impeccabile performance del cantante Brandon Boyd, la cui splendida voce si è trasformata negli anni in un vero e proprio strumento capace di assumere diverse sfumature, ormai vero fulcro della musica del gruppo.
Ritroviamo il solito Dj Kilmore a curare le atmosfere di sottofondo, il neo-papà Josè Pasillas a dettare i tempi con l’aiuto del bassista Ben Kenney, mentre il chitarrista Mike Enziger si limita qua a dirigere un’orchestra nella quale sembra esserci (purtroppo) non più molto spazio per i suoi preziosi virtuosismi, per le sue divagazioni in territori psichedelici che riecheggiano solamente in rari episodi (come nella jam finale di “In The Company Of Wolves”, uno dei brani più originali dell’album).
Se canzoni come “Promises, Promises” o “The Original” ci svelano il lato più romantico e raffinato della band, i momenti più energici sono ridotti alla frizzante “Switchblade”, al primo singolo “Adolescents” (forse l’unico ponte di collegamento con le vecchie produzioni) ed alla riuscitissima “Isadore”, anche se nel complesso si riscontra una certa compattezza e coesione tra le varie tracce che di certo non può che giovare al risultato finale.
In definitiva “If Not Now When?” è un disco con il quale gli Incubus ci danno ulteriore conferma del proprio valore, ci mostrano come non abbiano alcuna paura nello spingersi oltre i confini del proprio stile originale, muovendo un passo decisivo verso un nuovo sound che forse non piacerà agli ascoltatori più nostalgici ma la cui qualità non può per alcun motivo esser messa in discussione.
Whitelocust
TRACKLIST:
1. If not now, when?
2. Promises, promises
3. Friends and lovers
4. Thieves
5. Isadore
6. The original
7. Defiance
8. In the company of wolves
9. Switchblade
10. Adolescents
11. Tomorrow's food
1. If not now, when?
2. Promises, promises
3. Friends and lovers
4. Thieves
5. Isadore
6. The original
7. Defiance
8. In the company of wolves
9. Switchblade
10. Adolescents
11. Tomorrow's food