Una vera e propria "All Star" band quella degli A Buried Existence.
Il combo calabrese è infatti composto da ex membri di storiche band extreme metal come Glaciar Fear, Zora, CO2, Uranium 235 e Land Of Hate, che uniscono le loro forze dando vita a questo progetto nato inizialmente come un side project diventato subito dopo un impegno concreto e duraturo, per dar vita al successore del primo promo ("Ferocity"), intitolato "The Dying Breed".
Ragazzi che dire, la tecnica c'è e si sente riff dopo riff, la voce di Marko è una vera e propria bomba ad orologeria pronta a esplodere odio contro tutto e tutti i malcapitati ascoltatori di questo ottimo prodotto per gli amanti del metal fatto, suonato e prodotto come il Dio Metallo comanda!!
Atmosfere glaciali (bellissima l'outro "28 WEEKS LATER"), che trasmettono paura ed alienazione (stati d'animo evidenti soprattutto sulla traccia "Reborn in The Sick"); la batteria di Alessandro risulta essere veloce e potente, ed è stato davvero bravo a saper dosare la propria dinamica (peculiarità rarissima per un batterista metal più incentrato sulla furia che sul “gusto” nda) rendendo il groove mai troppo invasivo non dando mai quindi l'effetto "fuori dal mix". Tecnica e rabbia al punto giusto dosate per rendere quindi "The Dying Breed" un perfetto mix di Metal, Hardcore estremo (evidente su "Public Enemies") folle e incazzato ("Perverted Church").
Come già noto in Italia e all'estero, alla band è stato attribuito l'appellativo di "supergruppo" e ci sta tutto, dato che si sente su ogni brano che non è un disco suonato da ragazzini alle prime armi, bensì da veri e propri malati di mente con tanto di esperienza alle spalle da vendere!!
Consigliato a tutti gli old, nu e true metallers che adorano l'immediatezza, potenza, rabbia e tonnellate di odio.
E pensare che nacque quasi come un side project e invece guarda un po' cosa sono riusciti a tirar fuori questi quattro pazzi! Ottimo disco.