Gli Atman, una delle band di culto di riferimento nel panorama rock-alternativo italiano, giungono oggi al loro 4° album di studio “Il Destino e la Speranza”.
Di recente hanno cambiato line-up con solo 3 musicisti: Devid Winter, Andrew White e Matt.
Questo li ha portati a fare molti sacrifici e passi in avanti rispetto al passato e lo dimostrano anche i brani strumentali presenti nel disco: il primo e l’ultimo, come a rappresentare l’inizio e la fine di una sana giornata in sala prove.
Nel disco sono presenti 7 brani che si alternano in lingua italiana e in in lingua inglese: "La Promenade des Anglais" è il primo brano in italiano che rappresenta uno sfogo del cantante verso un mondo della musica e forse della vita stessa, tematiche cupe che fanno da filo conduttore per tutti i brani di questo "Il Destino e La Speranza"; il mio brano preferito è “Ti odio” che forse rappresenta tutto il disco di questo terzetto toscano dove tutta la rabbia esce allo scoperto verso una persona che ha provocato del dolore e che deve sparire.
"Cadilac" è il primo brano in lingua inglese, aperto da un’atmosfera unplugged per poi ritornare immediatamente in pista collegando la chitarra elettrica che aggredisce nuovamente i timpani dell'ascoltatore; con il brano successivo “Stasera sei lontana da me” David abbandona i toni aggressivi e si lascia andare ad una bellissima ballad romantica.
Il disco procede su questi continui cambi di ritmo senza essere mai banali dove gli Atman mostrano ancora una volta il loro amore per la musica.
Questo ritorno a sonorità più rock è senza dubbio un passo molto deciso e apprezzato. Il gruppo ha cercato di dedicare meno attenzione al dettaglio stilistico lasciando più spazio al coinvolgimento emotivo e all’energia di questi brani introspettivi e psichedelici.
In poche parole per concludere, il sound di questi Atman può configurarsi come una via di mezzo tra gli Afterhours di Manuel Agnelli e i Muse di Matt Bellamy.