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AIDEN
DISGUISES
Gli Aiden sono una di quelle band di cui ci si vergogna a manifestare apprezzamento. “Ti piacciono gli Aiden?” “Per carità, roba buona per le ragazzine e i poser col ciuffo!”, pronunciando il tutto con quell’espressione tra lo schifato e il superiore. La verità, almeno per il sottoscritto, è che poi però i CD a casa ce li ho e che, pur non ammettendolo nemmeno sotto tortura, mi piacciono. Questa quindi, più che una recensione, è un coming out.
Risposta del nuovo millennio a quel filone horror-punk-HC che parte dai Misfits e continua negli AFI, agli inizi gli Aiden erano una band più che dignitosa. A dimostrazione di questo concetto ci sono due dischi come “Our gangs dark oath” e “Nightmare anathomy”. Poi succede qualcosa. Tipo che scoppia il boom del fake-emo e così, al volo e senza pensarci, gli Aiden ci montano sopra immediatamente buttando fuori uno dei dischi più terrificanti della storia della musica, ovvero “Conviction”. Uno schifo tale da risultare eccessivo persino per quell’ondata di monnezza in cui voleva inserirsi e che causa un po’ di disagio sicuramente nei fan di primo pelo, ma col senno del poi pure nella band che opta per un nuovo dietro-front. Si arriva così a “Knives”, album in cui gli ormai quattro superstiti nella Band provano a riproporre la formula iniziale. Un po’ smussata, se vogliamo, ma a tratti decisamente efficace.
Da questi presupposti nasce l’ultimo disco, “Disguises”, e l’impressione è che questa band sia ancora alla ricerca del proprio equilibrio. Rispetto a “Knives”, infatti, dove come dicevo l’impronta HC-melodico era tornata ben chiara ed identificabile, questo quinto lavoro sposta il tutto su tonalità più “metal”, inteso nella sua accezione più innocua ed acqua e sapone. Un riferimento potrebbe essere uno qualsiasi degli ultimi dischi degli Atreyu, spogliato delle grida posticce e imbarazzanti ed addizionato di massicce dosi di cori stampo HC vecchia scuola. Questo lo rende ovviamente migliore di tutti gli ultimi dischi degli Atreyu, ma certo non basta a fare di lui un buon lavoro, anzi, siamo proprio lontani dal concetto di buon disco.
Si tratta infatti di un nuovo scivolone per questa band che pare davvero non saper andare oltre quel suo alone di “Satanism for dummies”, pur avendo in passato dimostrato in più di un’occasione di averne i mezzi e le possibilità. L’unica parola che mi vien fuori per definire questo “Disguises” è 'paraculo' e la prova di quel che dico, se ne servisse una, è la conclusiva cover pianoforte/voce di “Radio” che vuole probabilmente riprendere la buona idea avuta in “Knives” (allora fu “Lory Mayers”), ma che questa volta risulta totalmente decontestualizzata e buttata lì giusto per strappare consenso. Paracula, appunto.
Bene, direi che per il disco che è questa recensione è fin troppo lunga, tuttavia un coming-out su una band come gli Aiden necessitava qualche riga di puntualizzazione. Ah, se mai ve lo chiedessero, non mi sono mai piaciuti.
Manq
Voto: 5
TRACKLIST:

01. The Devils Eyes 1:05
02. Horror Queen 3:33
03. Malevolent Conversion 2:30
04. A Portrait Of The Artist 3:11
05. Shine 3:31
06. The Essence 0:23
07. Hysteria 4:11
08. Perfect Muse 2:18
09. Reevolver 3:12
10. Walk Among The Dead 3:37
11. Radio 3:07