Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX
su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
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ULAN BATOR
TOHU BOHU
TOHU BOHU
Gli Ulan Bator, formatisi nel lontano 1993, tornano dopo sei anni di assenza con “Tohu-Bohu”. La band ha avuto sempre a cuore la voglia di essere un organismo internazionale e la linea intrapresa dura ancora oggi: di fatti la line-up vede oggi la presenza di James Johnston (chitarra, pianoforte), Alessio Gioffredi (batteria e percussioni) e Stephane Pigneul (basso).
L’album ci propone del post-rock quasi totalmente acustico dai toni caldi e intimi grazie anche ad una voce piana e a tratti sussurrata, ma non mancano comunque brani più rock vecchio stile, come in “newgame.com”, o in “Missy & The Saviour”; grande parte trovano poi nel lavoro divagazioni psichedeliche e sessioni ritmiche non convenzionali (“A-T”). Ma la parte più consistente (e convincente) si gioca tutta sui tempi lenti e atmosfere fumose: i temi trattati nei testi hanno anch’essi un respiro internazionale, si va dalla costatazione della degenerazione dei rapporti umani, dovuti (a loro dire) all’impazzare dei social network, sino alla critica delle politiche mondiali, incapaci di dare risposte risolutive alle nuove sfide della contemporaneità.
Una particolarità con cui fare i conti è poi l’esclusivo uso del francese che, vista la poca frequenza con la quale l’incontriamo cantata, ci dà sicuramente un effetto per così dire "straniante" ma che tuttavia si abbina bene con quelle atmosfere dilatate di cui dicevo prima.
“Tohu-Bohu” è in definitiva un disco di sicura qualità, con una linea ben precisa e salda che verrà sicuramente apprezzato dai fan di vecchia data. Lo consiglierei soprattutto agli estimatori dei Marlene Kuntz più intimisti. Per chi cercasse musica più “immediata” consiglierei invece di cercare altrove.
L’album ci propone del post-rock quasi totalmente acustico dai toni caldi e intimi grazie anche ad una voce piana e a tratti sussurrata, ma non mancano comunque brani più rock vecchio stile, come in “newgame.com”, o in “Missy & The Saviour”; grande parte trovano poi nel lavoro divagazioni psichedeliche e sessioni ritmiche non convenzionali (“A-T”). Ma la parte più consistente (e convincente) si gioca tutta sui tempi lenti e atmosfere fumose: i temi trattati nei testi hanno anch’essi un respiro internazionale, si va dalla costatazione della degenerazione dei rapporti umani, dovuti (a loro dire) all’impazzare dei social network, sino alla critica delle politiche mondiali, incapaci di dare risposte risolutive alle nuove sfide della contemporaneità.
Una particolarità con cui fare i conti è poi l’esclusivo uso del francese che, vista la poca frequenza con la quale l’incontriamo cantata, ci dà sicuramente un effetto per così dire "straniante" ma che tuttavia si abbina bene con quelle atmosfere dilatate di cui dicevo prima.
“Tohu-Bohu” è in definitiva un disco di sicura qualità, con una linea ben precisa e salda che verrà sicuramente apprezzato dai fan di vecchia data. Lo consiglierei soprattutto agli estimatori dei Marlene Kuntz più intimisti. Per chi cercasse musica più “immediata” consiglierei invece di cercare altrove.
Velien
Voto: 7
Voto: 7
TRACKLIST:
1. newgame.com
2. Speakerine
3. Regicide
4. R136A1
5. Missy & The Saviour
6. A T
7. Mister Perfect
8. Ding Dingue Dong
9. Tohu-Bohu* (with special guest: Terry Edwards on saxophone)
10. Donne
1. newgame.com
2. Speakerine
3. Regicide
4. R136A1
5. Missy & The Saviour
6. A T
7. Mister Perfect
8. Ding Dingue Dong
9. Tohu-Bohu* (with special guest: Terry Edwards on saxophone)
10. Donne