Page Hamilton e i suoi Helmet negli ultimi vent’anni sono stati una delle principali fonti d’ispirazione per le band alternative metal, soprattutto per quella sfilza di gruppi nu metal che nella seconda metà degli anni novanta si sono riempiti le tasche di dollari rielaborando in chiave più orecchiabile o commerciale le idee degli Helmet. Purtroppo dei vecchi e gloriosi Helmet è rimasta solo la voce e la chitarra di Hamilton il quale, nonostante l’età che avanza, ha ancora la voglia di portare la sua musica ed il suo stile in giro per il mondo.
Il nuovo “Seeing Eye Dog” (il settimo studio album) è un album totalmente o quasi con lo sguardo rivolto al passato, indirizzato verso lavori come "Meantime", "Betty" o "Afterstate" con la differenza che ora ci sono quasi due decadi in più sul groppone e una lineup qualitativamente discreta ma non al livello della vecchia. Risultato: un album che pur suscitando qualche bel ricordo suona decisamente senza anima, con riffoni groove in ogni dove, assoli distorti e le solite melodie un po’ sgraziate in perfetto stile Hamilton. Nulla di nuovo, nulla di stimolante.
Gli unici momenti in cui viene stimolata un po’ la curiosità dell’ascoltatore arrivano con la strumentale e atmosferica “Morphing” e “And your bird can sing” che sa un po’ di rock alla Dinosaur Jr..
Un album costruito per la vecchia guardia che non so fino a che punto possa apprezzare la staticità artistica di una band che pare aver toccato il suo punto più basso. Il rispetto per l’artista rimane ma forse è arrivato il momento di ragionare bene sul da farsi per il futuro.