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ILLUMINAUDIO
In questi 9 anni di carriera i Chiodos sono stati spesso ingiustamente identificati nella figura del loro frontman Craig Owens, un personaggio carismatico che il più delle volte ha attirato su di sé l’attenzione dei media mettendo un po’ in secondo piano gli altri membri della band.
Quando quest’ultimo l’anno scorso abbandonò la band per dedicarsi al suo progetto personale, sotto il monicker Drugs, erano in pochi quelli che prospettavano un futuro roseo ai restanti componenti, i quali invece hanno arruolato Brandon Bolmer (ex-Yesterday’s Rising) come nuovo cantante e si sono dichiarati convinti di poter andare avanti e produrre qualcosa di buono anche senza l’ex-compagno.
Personalmente parlando non sono mai stato un grandissimo fan dei Chiodos ma ho sempre ascoltato ogni loro lavoro e devo ammettere che questo nuovo “Illuminaudio” è quello che mi ha convinto più di tutti, perché più solido e compatto rispetto al secondo “Bone Palace Ballet” e nel suo complesso piuttosto gradevole all’ascolto, con pochi cali di tensione.
Sarà che io non amo particolarmente le voci troppo acute ma ho apprezzato maggiormente la performance vocale di Bolmer rispetto a quelle del suo predecessore, trovandolo più versatile e dunque più propenso ad adattarsi alle diverse soluzioni sonore proposte dai compagni, bravo nelle parti melodiche ma anche in quelle più aggressive ed urlate (degna di nota la sua prestazione in “Hey Zeus! The Dungeon”).
Non si può parlare di rivoluzione a livello di sound perché alla fine la pasta è sempre la stessa ovvero post-hardcore sviluppato su strutture elaborate e mai banali, chitarre che si lasciano andare in intricati arpeggi, riffing precisi, virtuosismi delicati, seguendo una pur sempre melodica linea guida che garantisce ad ogni brano una maggiore accessibilità.
Canzoni come il primo singolo “Caves”, la successiva “Love Is a Cat from Hell” oppure “Let Us Burn One” sono da inserire tra le migliori produzioni dell’intera discografia del gruppo mentre altre forse risentono un po’ troppo della complessità di alcuni passaggi che ne rendono l’impatto meno diretto.
Alla luce di queste considerazioni i Chiodos hanno subito messo a tacere chi riponeva poca fiducia in loro, gettando con questo “Illuminaudio” delle basi solide dalle quali ripartire per costruire le successive tappe della loro ancor giovane e promettente carriera.
Voto: 7
01. Illuminaudio
02. Caves
03. Love Is a Cat from Hell
04. Modern Wolf Hair
05. Notes in Constellations
06. Scaremonger
07. His Story Repeats Itself
08. Let Us Burn One
09. Hey Zeus! The Dungeon
10. Stratovolcano Mouth
11. Those Who Slay Together, Stay Together
12. Closed Eyes Still Look Forward