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Interessante intervista rilasciata da Trent Reznor al sito Inquirer.net.
Al leader dei Nine Inch Nails è stato infatti chiesto innanzitutto di parlare dell'annunciato scioglimento del progetto NIN, domanda alla quale Trent ha risposto specificando "quello che intendo veramente è che i NIN sono una touring live band o comunque una band sempre on the road. E questo sta finendo. Stava invadendo troppi aspetti della mia vita. Creativamente parlando, credo farei meglio a spendere il mio tempo per altre cose, che possono essere i NIN come qualcos'altro. Ho un buon numero di progetti che non hanno a che vedere con la musica e li ho lasciati da parte per troppo tempo..."
Ma c'è spazio anche per un attacco, più o meno offensivo, nei confronti nientemeno che di Gene Simmons dei Kiss: "Sul palco non sono lo stesso ragazzo che sono nella vita normale, ma non voglio comunque essere come Gene Simmons, un vecchietto che si trucca per divertire i ragazzi. Come un pagliaccio che va al lavoro. Sul palco io sono diverso, ma sono comunque guidato dalle stesse sensazioni che avevo quando ho scritto certi pezzi" [in riferimento alla domanda su come si sentisse a cantare i testi di "The Downward Spiral" nonostante oggi sia una persona senza i problemi che aveva allora, ndGB].
Infine, non poteva mancare una battuta sull'industria discografica e sulla crisi delle etichette: "E' sempre stato un business stile mafia. Hanno sistematicamente approfittato e tratto vantaggio dagli artisti durante gli anni, sin dai tempi dei Beatles. Gli artisti fanno tutto il lavoro, loro ti prestano i soldi per fare i dischi, poi tu artista li ripaghi e loro sono proprietari di tutto. Vedere questo sistema al collasso è estremamente piacevole. Non c'è una risposta corretta su quale sia la cosa giusta da fare, e come musicista ti trovi davanti ad uno scenario difficile: molte persone sentono che rubare musica sia giusto, e lo fanno liberamente... ma la buona notizia è che almeno la gente è interessata alla musica... per questo motivo è ormai inutile cercare di vendere musica alla vecchia maniera, i negozi non esistono più. Per quanto mi riguarda, la soluzione è di dare musica alla gente gratuitamente, portarla dalla tua parte e poi chiedere supporto chiedendo di venire ai concerti e comprare magliette."
Per leggere l'intera intervista originale cliccate qui.
15/07/2009
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