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19/03/2016 - ZONA ROVERI - BOLOGNA
Report a cura di: UnderD
La prima cosa che mi viene in mente ripensando al concerto dei Puddle Of Mudd al Zona Roveri di Bologna è che è stata una serata da dimenticare, ma così facendo non renderei giustizia agli italiani Gang Bang ed a una parte dei Puddle Of Mudd, quindi riavvolgiamo il nastro e vediamo di spiegare bene cosa è successo in quel di Bologna.
Arrivo al Zona Roveri alle ore venti e noto subito un discreto entusiasmo fuori dal club bolognese. Una fila di alcune decine di metri fa intuire che la serata avrà una discreta cornice di pubblico. Bene, dico io. Mi presento in cassa accrediti e cominciano subito le noti dolenti. Si sono persi il mio accredito. Sinceramente è la prima volta che mi capita in oltre dieci anni di live report. Tento di non polemizzare più di tanto capendo che non avrei risolto assolutamente nulla e mi "alleggerisco" di ventidue euro (...a saperlo prima). Come già detto poche righe sopra, il locale è discretamente pieno, segno che i Puddle Of Mudd riescono ancora a sfruttare il successo di quel lontano "Come Clean" del 2001. Gli opening act sono gli italiani Gang Gang provenienti da Udine. Suoni potenti e compatti accompagnati da melodie molto orecchiabili, una sorta di fusione tra i Puddle Of Mudd e le Vibrazioni. Concerto breve ma tecnicamente impecabbile, condito dal lancio di qualche reggiseno sul palco (probabilmente una mosa studiata a tavolino, anzi, senza probabilmente). Da qui in poi assisto ad uno degli spettacoli più deprimenti della mia vita. Arrivano i Puddle Of Mudd e noto da subito che della formazione storica della band è rimasto il solo frontman Wes Scantlin che si presenta armato di sedia, zainetto, nessuna traccia della sua chitarra, ed una sbronza senza precedenti. Il concerto comincia e appare subito chiaro a tutti che Wes non è nelle condizioni di stare su di un palco. Biascica le parole, non si regge in piedi ed evita praticamente tutte le note alte (per evitare di stonare anche quelle, oppure per far arretrare i conati di vomito). Una parte del pubblico azzarda qualche applauso di incoraggiamento, qualcuno addirittura poga sotto il palco, ma quello che vediamo è tutto fuorchè un concerto. A livello strumentale la band se la cava più che discretamente ma Scantlin non riesce mai a stare al passo dei suoi compagni. Nella tristezza generale scorrono "Drift & Die", "Psycho", una "Controll" rivitalizzata dal coro del pubblico, "Spaceship", "Away from me" e...e francamente riesce difficile continuare a seguire il concerto. Wes sputa di continuo sul palco, beve, fuma e cerca continuamente di appoggiarsi alla sua sedia per rimanere in equilibrio. Un disastro. Il punto più basso della serata arriva quando giunge il momento di presentare un nuovo pezzo e Scantlin (in evidente stato confusionale) si gira verso il chitarrista dicendogli "che cavolo di titolo abbiamo dato al nuovo album?...scusate, non me lo ricordo". La band lascia il palco e si ripresenta qualche minuto dopo, praticamente trascinando il proprio frontman (che voleva rimanere in camerino attaccato ad una bottiglia di JD). Che spettacolo. Inutile elencarvi la scaletta della serata, non avrebbe alcun senso. Al Zona Roveri di Bologna, abbiamo assistito ad un capitolo dell'autodistruzione di un uomo lasciato solo (i suoi compagni parevano fregarsene delle sue condizioni), un potenziale big della musica americana che ha gettato tutto alle ortiche per colpa delle proprie dipendenze e di chi gli sta attorno. Fermate il tour e aiutate Wes prima che sia troppo tardi.