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29/11/2015 - Unipol Arena - Bologna
Report a cura di: UnderD
L'apertura dei cancelli della Unipol Arena, è fissata per le ore 18, con l'inizio dei concerti previsto alle ore 20. Decido di presentarmi ai cancelli quasi subito, intorno alle 18:10 ma, purtroppo, la fila per l'ingresso parterre, supera già abbondantemente il centinaio di metri. Inizia un'odissea che si dilungherà per quasi due ore e che, purtroppo, non consentirà a me e ad un altro paio di migliaia di persone, di poter assistere al concerto d'apertura degli Amorphis. A concerto iniziato, l'organizzazione ha tentato di rimediare la situazione aprendo un altro ingresso ma ormai il danno era fatto. Un vero peccato. Lo staff della Unipol Arena si è fatto trovare impreparato al cospetto delle nuove regole, molto più restrittive, sui controlli. Mi spiace non poter fare un resoconto della performance della band finlandese. Sarà per un'altra volta.
Il tempo per imprecare non è molto, perchè gli Arch Enemy sono già sul palco e vedo in lontananza la chioma turchina di Alissa White roteare sulle coordinate di "Yesterday Is Dead And Gone". Gli Arch Enemy che sto guardando, sono molto diversi da quelli che vidi anni fa. In primis, manca la vecchia cantante Angela Gossow e, fatto non trascurabile, manca anche il chitarrista Christopher Amott, sostituito degnamente dall'ex Nevermore, Jeff Loomis. Si parla sempre di un'ottima band, che sa sicuramente come suonare ma nonostante una grintosa Alissa (dimenticavo, ex The Agonist), la band svedese sembra molto più fredda e "meccanica" rispetto alla "Gossow era". Tutto appare incentrato attorno all'immagine della bella Alissa che vocalmente non ha molto da invidiare a chi l'ha preceduta ma gli Arch Enemy sono, o forse erano, molto di più che il gruppo dove canta Alissa White. Detto questo, il live set degli Arch Enemy è comunque potente e la scaletta attinge sia dal materiale vecchio che da quello del nuovo corso. In successione arrivano: War Eternal, Ravenous e Stolen Life. Alissa corre e salta di continuo per il palco, sventolando bandiere, incitando un pubblico che, a dire il vero, non sembra molto reattivo (credo che la fanbase dei Nightwish, in gran parte, non vada proprio matto per il melodic death). Ancora del nuovo materiale con "You will know my name" e "As The Pages Burn". Alissa continua a tenere il palco praticamente da sola, con Michael Amott, Loomis e D'Angelo, veramente un po' troppo statici. Arrivano altri pezzi "ex Gossow" come "Under Black Flags We March" e "No gods, no masters", intervallati dalla recente "Avalanche". Alissa continua ad incitare il pubblico, rivolgendo loro il microfono ma la risposta continua ad essere freddina. In chiusura di concerto arriva il classico "Nemesis" che finalmente sembra smuovere dal torpore la Unipol Arena. Nel complesso una buona prestazione quella degli Arch Enemy, anche se per me con Angela Gossow era tutto un altro andare.
Setlist:
Yesterday is dead and gone
War eternal
Ravenous
Stolen life
You will know my name
As the pages burn
Under black flags we march
Avalanche
No gods, no masters
Nemesis
Dopo un quarto d'ora di allestimenti arrivano sul palco della Unipol Arena, i finlandesi Nightwish con il loro metal gotico e sinfonico. Veramente ad effetto la scenografia, con maxi schermi che proiettano di continuo immagini di paesaggi finlandesi, gufi, opere d'arte, galeoni e lancia fiamme in stile Rammstein che rendono il tutto ancora più suggestivo. Pare quasi di essere ad un concerto a tema del Signore Degli Anelli. La band è in grande forma e Floor Jansen dimostra di essere ormai entrata del tutto negli automatismi della band, non facendo rimpiangere le ex Anette Olzon e soprattutto Tarja Turunen. Si comincia con "Shudder before the beautiful" dove il metal ed il folk si sposano alla perfezione con la bellissima estensione vocale di Floor Jansen. Se per i gruppi d'apertura, il pubblico era risultato un po' spento, ora tutto è cambiato, ed i 10000 (circa) del palazzetto bolognese saltano e ballano come degli invasati. Cose che non ho visto nemmeno ad un concerto degli Slayer. L'atmosfera, tra immagini proiettate e giochi di fumi, fiamme e vento artificiale, è veramente curata nei minimi particolari. Arrivano tra il giubilio: "Yours is an empty hope", "Ever dream", l'energia di "Wishmaster" e "My Walden". A questo punto, Marco Hietala, rimane solo sul palco per l'esecuzione della semi acustica "The Islander" e l'atmosfera è da pelle d'oca. Il brano, di per se già sognante e delicato, è reso ancora più suggestivo da una Unipol Arena che si trasforma in un cielo stellato, grazie alle piccole luci di smartphone e dai cari e vecchi accendini, quando poi il pubblico canta a memoria la canzone, è difficile trattenere lo stupore. Il riccioluto tastierista Tuomas Holopainen appare molto divertito e soddisfatto. Lo show continua con : Elan, Weak fantasy e tutto il meglio della discografia dei Nightwish, compresa un'attesissima "Nemo". Non ho controllato l'orologio ma credo che al momento della chiusura, affidata a "The greatest show on earth", sia passata almeno un'ora e quaranta dall'inizio del concerto. Sono rimasto veramente stupito dallo spettacolo offerto dai Nightwish, uno show dove il metal, il folk e l'arte visiva, sono andati perfettamente in sincro. Per una sera, Casalecchio Di Reno, si è trasformato in un villaggio della Finlandia.
Setlist:
Shudder before the beautiful
Yours is an empty hope
Ever dream
Wishmaster
My walden
The islander
Elan
Weak Fantasy
7 Days to the wolves
Storytime
I want my tears back
Nemo
Stargazers
While your lips are still red
Ghost love score
Last ride of the day
The greatest show on earth